Ta – Errori nella lega metallica

Tondelli con errore nella preparazione della lega metallica

Come abbiamo già avuto modo di analizzare, i tondelli solo raramente sono composti da un metallo puro e, di fatti, nella maggior parte dei casi sono fatti di una lega metallica, vale a dire l’unione di due o più metalli.

Le leghe metalliche sono formate da un mix ben definito di metalli e, al riguardo, va ricordato che l’Italia ha anche creato delle leghe metalliche tutte proprie, tra le quali si ricordano:

  1. il bronzital (rame, alluminio e nichel): è una lega di bronzo composta inizialmente da rame ed alluminio e che inizialmente conteneva come agente affinante della lega una piccola percentuale di titanio. A partire dal 1968, il titanio è stato sostituito dal nichel (più facile da reperire) che rendeva peraltro la lega più splendente e meno soggetta ad ossidazione;
  2. l’acmonital (acciaio, nichel, cromo e vanadio): è un acciaio inox ferritico normalmente ferromagnetico e di conseguenza viene attratto dalle calamite; tale proprietà si riduce fino quasi al suo azzeramento quando la percentuale di nichel nella lega diventa rilevante;
  3. l’italma (alluminio, magnesio e manganese): è una lega metallica molto leggera introdotta in Italia nell’immediato dopoguerra come metallo autarchico.

Ora, può accadere che per errore vengano fusi insieme dei metalli in proporzioni differenti da quelle prestabilite oppure che i vari metalli non vengano miscelati insieme in modo appropriato.

LEGHE CON PROPORZIONI DIFFERENTI

Nel primo caso (metalli in proporzioni differenti), la moneta può presentare un’alterazione del colore e del peso. Al riguardo, si segnala che piccole variazioni di peso – che rientrano nei limiti di tolleranza fissati dal decreto che dispone le caratteristiche tecniche della moneta – sono del tutto fisiologici.

Nella seguente PAGINA è riporta una tabella con il peso legale e le relative tolleranze delle monete in lire coniate per la circolazione durante il periodo della Repubblica Italiana ed il Regno d’Italia (Vittorio Emanuele III).

Un esempio di tale errore è facile da riscontrare nelle monete da 200 lire che spesso – soprattutto quelle dei primi anni ’80 – possono presentare una percentuale di rame superiore a quella standard. Ciò porta ad una diversa colorazione, molto più scura e tendente al marrone. Al riguardo, va fatta molta attenzione perché esistono molti falsi con queste caratteristiche. Qui sotto si può apprezzare una 200 lire 1980 (falsa) prodotta con una lega differente dal bronzital presumibilmente con un’alta percentuale di rame. Il peso è di 5,25 grammi (al di sopra del limite massimo di tolleranza).

Inoltre, una diversa composizione metallica può alterare anche le proprietà della moneta. A titolo esemplificativo, in alcune monete del Regno è abbastanza comune che, per lo stesso anno e la stessa tipologia di moneta, la diversa percentuale di nichel possa cambiarne il magnetismo (da magnetica ad amagnetica o viceversa).

Tuttavia, siccome il cambiamento della percentuale di nichel contenuto nelle monete è avvenuto a cavallo tra il 1939 ed il 1940, non è possibile escludere che la presenza di monete amagnetiche dopo il 1940 possa essere dovuta anche all’utilizzo di rimanenze di magazzino di tondelli prodotti prima del 1940.

Il mantenimento delle proprietà elettriche e magnetiche delle monete è oggigiorno molto importante, in quanto le macchine e le casse automatiche identificano il valore della moneta proprio sulla base di tale proprietà. Pertanto, la zecca e le ditte fornitrici esterne sono sempre più attente su questo aspetto.

MISCELAZIONE DELLA LEGA NON UNIFORME

Per quanto riguarda il secondo caso (miscelazione non corretta), i due metalli possono non amalgamarsi in modo uniforme e ciò determina l’insorgenza sulla superficie della moneta di striature di diverso colore. La tipica forma a “striscia” – da cui anche il nome di “monete tigrate” – è dovuta al processo di laminazione a cui sono sottoposti i lingotti che comporta un appiattimento ed un allungamento del metallo. Essendo il “problema” legato al metallo del tondello le strisce coinvolgono non solo il campo della moneta, ma anche le impronte in rilievo, il bordo e in certi casi anche il contorno.

Qui sotto si può apprezzare una moneta da 20 centesimi 1894 KB con miscelazione non corretta (si notino le classiche strisce sia al dritto che al rovescio).

Qui sotto si può apprezzare una bella moneta da 10 centesimi Ape 1921 con miscelazione non corretta della lega metallica (si notino le classiche strisce).

Pertanto, anche eventuali “sacche” di metallo non amalgamato subiranno un processo di allungamento.

BOLLE O VESCHICHE DI GAS (BLISTERS), SOFFIATURE E PUNTE DI SPILLO

Infine, si segnala che i gas disciolti nella lega allo stato liquido talvolta possono rimanere imprigionati nella massa metallica in via di solidificazione. I gas possono provenire dal metallo per diminuita solubilità nel passaggio da stato liquido-solido, da reazioni metallo-forma, o dall’aria trascinata dalla turbolenza del metallo che riempie la forma. In particolare, quando i gas rimangono imprigionati a livello superficiale ricoperti da una sottile lamina di metallo, il calore sviluppato dalla battitura della moneta espande il gas che spinge verso l’alto il metallo creando una sorta di bolla o vescica metallica (blister). In certi casi, le bolle possono anche rompersi.

Nel caso in cui i gas imprigionati nella vescica riescano a sfuggire dalla lega di metallo in fase di solidificazione, si formeranno invece delle cavità denominate “soffiature”.

Inoltre, la solubilità di alcuni gas (ad esempio l’idrogeno, l’azoto e il monossido di carbonio) nelle leghe metalliche  decresce bruscamente nel passaggio da stato liquido a stato solido comportando la formazione di microporosità o micro cavità nel solido denominate “punte di spillo” (pinholes). All’interno di queste micro cavità si può trovare un sottile strato di ossido dovuto all’interazione ad alta temperatura tra l’aria e il metallo liquido. La distribuzione finale delle cavità all’interno del getto dipende dal cammino del metallo.

Le vesciche di gas sono piuttosto frequenti nelle monete in nichel e in italma, molto più rare nelle monete in acmonital. Infatti, gli acciai speciali – vale a dire quegli acciai che oltre al ferro e al carbonio contengono altri elementi (es. cromo) – vengono sottoposti ad una procedura di calmaggio, cioè un’operazione che precede la colata dell’acciaio allo scopo di eliminare dal bagno metallico i gas in esso disciolti.

Nella moneta che segue (100 lire 1979 FAO) si può apprezzare una “vescica” in rilievo sulla superficie della moneta (al dritto) che presenta la classica forma allungata generata dal processo di laminazione. Sotto la rosetta si può vedere una vescica di gas rotta e sotto la “L” di ITALIANA una soffiatura.

Qui sotto si può invece apprezzare un centesimo “Italia su prora” del 1915 che presenta delle “punte di spillo” superficiali molto marcate. Le micro cavità sono leggermente “allungate” per effetto del processo di laminazione. Al dritto la moneta presenta anche una piccola rottura marginale del conio.

 

 

 

 

Ultimo aggiornamento: 10/06/2021