Ca – Frattura del conio

Frattura semplice

Per realizzare un’intera tiratura di una determinata moneta destinata per la circolazione sono normalmente necessari molti conî.

Infatti, un conio ha una vita utile limitata e si stima da qualche decina di migliaia di monete a qualche centinaio di migliaia di monete, a seconda della grandezza della moneta, del metallo del tondello e della complessità delle impronte sulle due facce della moneta. Invece, una virola ha solitamente una vita utile cinque volte superiore a quella di un conio. Inoltre, il conio superiore tende a resistere meno del conio inferiore.

Una normale pressa monetaria batte circa 130-150 monete per minuto e ciò implica che ogni mezzo secondo viene battuta una moneta. La forte pressione a cui sono soggetti i due conî ed il sostenuto ritmo di battitura fanno sì che dopo un lungo periodo la struttura molecolare del metallo cominci a modificarsi, diventando più fragile e vulnerabile. Inoltre, va osservato che la causa principale della fratturazione del conio deriva dal processo di produzione dello stesso ed in particolare dalla compressione del punzone riproduttore sul conio vergine che rende più fragili le zone incise (in rilievo sul punzone riproduttore). Per questo motivo, quasi tutte le fratture del conio coinvolgono almeno un elemento della figura della moneta.

Ciò posto, può accadere di frequente che il conio si fratturi e che sulla sua superficie si formino delle crepe o delle fessure. Siccome anche la figura riportata sul conio è in incuso, questa frattura (anch’essa ovviamente in incuso) genererà un ulteriore ed imprevisto elemento sopra le impronte della moneta.

Solitamente le fratture si verificano vicino agli elementi (date, segni di zecca, volti, contorno, etc.) della figura del conio, in quanto, come detto, sono le zone più vulnerabili. Oltre alla pressione del punzone riproduttore, tale fragilità è accentuata dal fatto che ad ogni battitura il metallo del tondello costretto dalla forza di compressione della pressa si insinua in questi elementi (in incuso) della figura, sottoponendoli qui ad uno stress maggiore. Qui sotto si può apprezzare una moneta da 100 lire del 1966 con una frattura sulla terza cifra del millesimo che ha allungato la parte terminale del 6.

Inoltre, si è riscontrato che certe monete presentano dei “punti deboli”, più facilmente soggetti a fratture. Ad esempio, la moneta da 10 e 20 centesimi di euro presenta un punto debole tra lo “zero” della cifra 10 e 20 ed il contorno adiacente oppure le 200 lire presentano un punto debole sotto il collo della testa femminile oppure le 100 lire presentano un punto debole nell’esergo a causa della profonda linea raffigurante il terreno su cui poggia i piedi Minerva. Infatti, in circolazione si possono riscontrare molte monete che presentano una frattura o una rottura del conio in quest’area.

Figura 160 – 5 centesimi 1940 Impero con frattura

Va evidenziato che le fratture non emergono solo a seguito di un utilizzo prolungato dei conî, visto che le stesse si possono formare anche per effetto di un non corretto funzionamento della pressa. A titolo esemplificativo, ciò può avvenire quando: i due conî collidono perché un tondello non è stato inserito all’interno della virola, il conio superiore collide contro la virola o contro il braccio di alimentazione dei tondelli oppure in numerosi casi simili.

Si segnala inoltre che, oltre al conio superiore e inferiore, anche la virola può fratturarsi (cfr. Rottura della virola). E’ altresì importante ricordare che talvolta questa tipologia di errore viene scorrettamente denominata “eccedenza di metallo”, “esubero di metallo” oppure “difetto sul tondello”. Al riguardo, è ormai quasi superfluo osservare che il difetto si manifesta sul conio e non sul tondello, conseguentemente la moneta avrà un peso regolare e l’errore si ripeterà allo stesso modo sulle monete battute dopo che il conio si è fratturato.

Nella maggior parte dei casi la frattura assume una forma lineare irregolare che genera quindi una linea o una barra in rilievo sulla superficie della moneta. Naturalmente, può capitare che nello stesso conio ci sia una compresenza di più fatture, in questo caso si avrà una frattura multipla. Ad un certo punto, una stessa fattura si può inoltre diramare in varie fatture secondarie, in questo caso si avrà una frattura diramata. Le fratture multiple e le fratture diramate sono più rare rispetto alle fatture singole.

Qui sotto si può apprezzare una moneta da 50 centesimi impero del 1939 che presenta una frattura multipla e diramata. Infatti, la moneta presenta una prima grande frattura principale (freccia blu) che parte dall’occhio dell’aquila, attraversa le ali fino ad arrivare alla data. Tuttavia, prima di uscire dalle ali la fattura si dirama in altre due fratture secondarie (freccia gialla e freccia rossa). Infine, la moneta presenta una seconda frattura indipendente vicino al segno di zecca (freccia verde).