Cf – Conî collisi

Questa tipologia di errore si origina da una collisione dei due conî, da qui la denominazione di “conî collisi”.

Detta collisione può accadere quando la pressa viene azionata in assenza di un tondello (ovvero di un altro oggetto) tra i due conî. Normalmente, nelle presse monetarie la distanza minima tra i due conî viene regolata in modo tale che gli stessi non collidano, anche in assenza di un tondello. Tuttavia, può accadere che per un’errata regolazione oppure per un malfunzionamento della pressa questa distanza minima si riduca a zero. In questo caso, il conio superiore potrebbe collidere con il conio inferiore trasmettendogli parte della sua immagine (in positivo e in rilievo) e, allo stesso modo, il conio inferiore potrebbe trasmettere parte della sua immagine (in positivo e in rilievo) al conio superiore. La collisione può avvenire una sola volta oppure per un numero ripetuto di volte. Maggiore sarà il numero di collisioni e più intensa sarà l’immagine trasferita vicendevolmente tra i due conî.

Se dopo la collisione (o le collisioni) vengono alimentati dei tondelli all’interno della virola senza che i due conî siano sostituiti, le monete riporteranno, oltre che le normali figure (in positivo e in rilievo) nelle due facce, anche una porzione della figura della faccia opposta in negativo e in incuso. Normalmente quando i due conî collidono, gli stessi vengono analizzati, estratti ed inviati all’ufficio competente per un’eventuale riparazione che, nella maggior parte dei casi, consiste in una profonda lucidatura volta a levigare leggermente la superficie del conio per eliminare le tracce della collisione. Questa tipologia di errore si verificava frequentemente anche nell’antichità con la coniazione a martello. In particolare, ciò poteva accadere quando, nella frenesia delle varie operazioni di battitura, l’addetto deputato a posizionare il tondello nel conio d’incudine si dimenticava di adempiere al suo compito e la battitura avveniva quindi “a vuoto”, danneggiando uno o tutti e due i conî.

Figura 184 – 200 lire 1990 con segni di collisione al dritto (collezione Lamberto G. Moris). Sulla sinistra del volto femminile si possono distinguere chiaramente le tre finestre del Palazzo Spada segnate in blu

Una delle caratteristiche importanti di questa tipologia di errore da verificare per identificare eventuali monete artefatte è costituita dal fatto che (i) le tracce della faccia opposta sono in negativo, vale a dire i segni in rilievo saranno in incuso ed i segni in incuso saranno in rilievo (cfr. finestre del Palazzo Spada qui sopra che nel rovescio sono in incuso, mentre le relative tracce nel dritto sono in rilievo) e (ii) le tracce sono posizionate nello stesso punto della faccia opposta, tenendo ovviamente conto dell’orientamento dell’asse (“alla tedesca” oppure “alla francese”).

Ad esempio, nella moneta da 200 lire riportata qui sopra la data (1978), oltre ad essere in negativo, è posizionata nella parte opposta e capovolta). Questo perché le monete da 200 lire (come le altre monete in lire della Repubblica) sono coniate con la tecnica “alla francese”, vale a dire presentano un asse di rotazione a 180°. Invero, in casi molto rari, può accadere che uno dei due conî sia anche ruotato o disallineato al momento della collisione, consentendo quindi il trasferimento dell’immagine in una posizione differente.

La collisione dei conî è più comune nelle monete più antiche, in quanto – proprio al fine di evitare la collisione dei due conî – le presse moderne, oltre alla suddetta distanza minima tra i conî, sono dotate anche di un impilatore nel quale vengono inseriti i tondelli prima di essere trasferiti all’interno della virola. In tale impilatore c’è un sensore volto a bloccare il funzionamento della pressa qualora si verifichi un malfunzionamento nel sistema di alimentazione dei tondelli. Tuttavia, in rari casi, può capitare che anche questo sensore non operi correttamente e che le presse continuino a funzionare, collidendo una contro l’altra. Invece, le presse più antiche non erano dotate di questo sistema e l’errore si presentava più frequentemente.

Qui sopra si possono apprezzare una moneta da 20 centesimi impero del 1941 con tracce della figura femminile del rovescio sul dritto e una moneta da 2 centesimi del 1967 con delle tracce del volto di Vittorio Emanuele II sul rovescio. Le monete che presentano questa tipologia di errore possono essere trovate “facilmente” anche tra le monete in circolazione, in quanto hanno una forma regolare e le tracce della collisione sono spesso poco evidenti. Pertanto, questo errore può sfuggire facilmente ai controlli di qualità della Zecca.

Oltre che con il conio inferiore, il conio superiore può collidere anche con la virola e ciò può tipicamente avvenire se, per un mal funzionamento della pressa lo stesso risulta leggermente disallineato. Questa collisione andrà a danneggiare il bordo del conio che riporterà i segni dell’eventuale zigrinatura del contorno. Il dritto della moneta presenterà da un lato un doppio bordo che appunto presenterà una sorta di zigrinatura interna (cfr. immagine qui sotto).

Figura 185 – Conio colliso con virola (sinistra) e bordo con segni di collisione con la virola (destra).

Inoltre, qui sopra si possono osservare gli effetti sul bordo del conio superiore di una collisione con la virola.

Infine, si osserva che spesso si trovano in vendita degli esemplari manomessi aventi delle tracce in incuso della faccia opposta della moneta, ottenute comprimendo una moneta (o parte di moneta) sopra un’altra con una pressa idraulica. Al riguardo, per cercare di identificare questi esemplari “fasulli”, è importante ricordare che le tracce in incuso non sono mai presenti sopra le impronte in rilievo, bensì sul campo, e questo perché le impronte in rilievo corrispondono a delle cavità del conio, mentre il campo costituisce la superficie del conio. Pertanto, in caso di collisione dei conî, le cavità di un conio possono solo andare ad incidere la superficie – vale a dire il campo – dell’altro conio. Inoltre, essendo i conî leggermente convessi è più probabile che le tracce in incuso siano più marcate nella parte centrale del campo, per poi degradare all’avvicinarsi del bordo.

Inoltre, l’errore derivante dalla collisione dei conî nella maggior parte dei casi ha le tracce in incuso esattamente nel punto diametralmente opposto (basta girare la moneta e verificare che la traccia in incuso coincida all’impronta in rilievo della faccia opposta). Da questo punto di vista si può verificare il caso che l’asse della moneta sia leggermente ruotato a causa di un mal posizionamento dei conî nella pressa. In tal caso anche le impronte trasferite all’altra faccia della moneta presenteranno la stessa rotazione dell’asse. Qui sotto si può apprezzare una moneta da 200 lire 1990 con asse di rotazione ruotato di circa 15°. Si noti in particolare la posizione delle “finestre” dietro la nuca rispetto all’immagine riportata all’inizio di questa pagina.

Tra gli errori di coniazione che determinano il trasferimento dell’immagine sull’altra faccia della moneta, si segnala una particolare forma denominata “trasferimento indiretto dell’immagine” che spesso viene confusa con un errore di battitura con conî collisi. Tuttavia, in questa specifica circostanza, il trasferimento non avviene attraverso il contatto con una moneta precedentemente battuta oppure a seguito della collisione dei due conî, bensì a causa dell’usura del conio. Infatti, la genesi di questa particolare tipologia di errore è la seguente.

Quando il conio superiore (solitamente corrispondente al diritto della moneta) batte il tondello, la forza di compressione viene trasferita – attraverso il tondello – al conio inferiore. Naturalmente, siccome i conî sono leggermente convessi, la zona dove viene esercitata la pressione maggiore è normalmente il centro. Ora, nel caso di monete che presentano al centro del dritto una figura con rilievi marcati, quale ad esempio il busto di una persona, la parte centrale del conio superiore corrispondente a tale figura presenterà un’area in incuso. Pertanto, in tale ipotesi, la zona che subisce il primo contatto e la maggiore pressione di compressione è quella posta lungo i contorni della figura rappresentata al dritto. Ogni battitura trasferirà quindi parte di tale forza al conio inferiore che, con il passare del tempo, genererà un’immagine a specchio della figura del dritto.

Questa tipologia di errore si verifica più frequentemente su monete con un ampio diametro, sottili nello spessore, con una figura al centro del diritto dai rilievi abbastanza marcati e con il campo del rovescio piuttosto ampio.

Qui sopra si può apprezzare un soldo del 1866 dello Stato Pontificio che presenta un trasferimento indiretto dell’immagine di Pio IX°. Al rovescio si può chiaramente distinguere la traccia del busto del pontefice. Si noti che, rispetto ad un errore da battitura con conî collisi, in questo caso i contorni dell’immagine trasferita sono più sfumati ed evanescenti. L’errore – dovuto come detto ad un utilizzo prolungato dei conî – è stato favorito dalla grande figura di Pio IX° e dal rovescio abbastanza sgombro da immagini. Infatti, l’immagine trasferita risulta più nitida sul campo del rovescio.

Figura 186 – 20 centesimi 1940 con collisione doppia

Un’ulteriore rara forma di errore di coniazione derivante da una collisione dei conî è la cd. contro-collisione che, similmente ai casi visti in precedenza, è atta a determinare il trasferimento (di una parte) dell’immagine di una faccia della moneta in una posizione spostata rispetto all’ordinaria oppure nell’altra faccia della moneta. In particolare, una prima tipologia di contro-collisione si ha quando, dopo una prima collisione tra i due conî, una parte dell’immagine di un conio viene trasferita all’altro conio e viceversa. Ora, nel caso in cui avvenga un’ulteriore successiva collisione tra i due conî, potrà accadere che: (a) la porzione di immagine trasferita possa essere ritrasferita al conio di provenienza creando un effetto sdoppiamento molto simile allo sdoppiamento da danno meccanico e/o (b) un ulteriore trasferimento di immagine da un conio all’altro sebbene in una posizione diversa, determinando anche in questo caso uno sdoppiamento dell’immagine trasferita. L’effetto sub (a) viene denominato contro-collisione, mentre l’effetto sub (b) viene denominato collisione doppia.

Una seconda tipologia di contro-collisione estremamente rara si genera quando un corpo estraneo fatto di un materiale abbastanza robusto (es. acciaio) entra nella zona di battitura e viene compresso tra i due conî solitamente insieme al tondello da coniare. A seguito della battitura, una parte dell’immagine del conio a contatto con il corpo estraneo si sarà trasferito su di esso. Se il corpo estraneo rimane tra i due conî anche nella successiva battitura, l’immagine ad esso trasferita si può ritrasferire al conio di provenienza, spesso in una posizione differente, determinando quindi un effetto sdoppiamento. Peraltro, se il corpo estraneo rimane per più battiture tra i due conî, l’immagine si può ritrasferire anche due, tre o quattro volte e più. Invero, questa tipologia di errore si potrebbe verificare anche quando, a causa di un inceppamento della pressa, più tondelli rimangono incastrati nella zona di battitura. La battitura di più tondelli contemporaneamente aumenta la pressione di battitura e se questi tondelli sono composti di un materiale molto duro, come ad esempio il nichel, può accadere che parte delle impronte della moneta vengano trasferite al conio.

Figura 187 – 50 centesimi 1920 Leoni con contro-collisione doppia di secondo tipo. Le frecce blu evidenziano la prima contro-collisione leggermente spostata in obliquo (tre teste di leoni e una zampa), mentre le frecce nere mettono in evidenza la seconda contro-collisione