Cb3 – Rottura con frammento trattenuto

In certi casi può accadere che il frammento di conio rotto rimanga nella sua posizione e venga quindi trattenuto all’interno della camera di battitura. Al riguardo, va precisato che tra il bordo esterno del conio inferiore e la virola c’è uno spazio di circa un decimo di millimetro.

Nel caso in cui una porzione laterale del conio inferiore si rompa, la stessa scivolerà verso il basso di pochi millimetri, formando un’area depressa, e le pareti laterali della virola la sosterranno all’interno della zona di battitura in una posizione adiacente al conio inferiore.

Del pari alle altre cavità del conio, anche questa zona depressa andrà ad originare nella moneta un’area rialzata sulla cui superficie riporterà la porzione di immagine presente nel pezzo di conio che si è staccato. Invero, in certi rari casi può accadere che il frammento del conio scenda sensibilmente verso il basso, tanto da non consentire il trasferimento delle impronte. In quest’ultimo caso, le monete battute presenteranno un’ordinaria rottura marginale del conio.

In considerazione del piccolissimo spazio tra la virola e il conio inferiore, il frammento rimarrà pressoché adiacente al conio inferiore, anche se le impronte coniate sopra il frammento trattenuto e quelle coniate sulla rimanente superficie della moneta risulteranno leggermente “sfalsate”.

Figura 166 – 100 lire 1978 con rottura marginale del conio (vedi linea blu) e con frammento di conio trattenuto. Nel segno di zecca si può notare che lettera R risulta parzialmente “sfalsata” e rialzata a causa dello spostamento orizzontale e verticale del frammento di conio. L’errore è nella fase iniziale. A destra il dettaglio di 2 piastre egiziane del 1916 (protettorato inglese) in cui si può apprezzare un forte spostamento orizzontale e verticale del frammento di conio (si noti la discontinuità delle perline lungo il bordo).

In seguito, il frammento di conio potrebbe uscire dalla zona di battitura, perché ad esempio rimane attaccato alla moneta appena coniata e viene espulso insieme ad essa. In tale ipotesi, le successive monete coniate presenteranno un’ordinaria rottura laterale del conio. In questi casi è ovviamente interessante collezionare varie monete che mostrano la progressione dell’errore (cfr. Figura 167).

Figura 167 – Nelle immagini a sinistra di può apprezzare la frattura del conio intorno al millesimo prima della sua rottura marginale. A destra un esemplare di moneta battuta con il conio rotto. La freccia blu indica la classica evanescenza presente nella zona opposta a quella della rottura del conio.

E’ importante evidenziare che, per effetto della forza di gravità, questa tipologia di errore coinvolge quasi esclusivamente il conio inferiore e, di conseguenza, nella maggior parte dei casi la faccia della moneta coinvolta sarà il rovescio. Invero, in certi casi molto rari, un fenomeno simile si può verificare anche sul conio superiore e ciò può accadere quando il frammento di conio rotto rimane attaccato al conio solo in minima parte e la forza di gravità fa sì che lo stesso tenda verso il basso, creando uno “scalino” leggermente obliquo (la zona più rialzata sarà tendenzialmente opposta alla porzione di frammento attaccata al conio). Questo crea sulla moneta un’area depressa – vale a dire più bassa rispetto alla normale superficie – sul dritto e se lungo la frattura si accavallano delle lettere o dei disegni, gli stessi saranno leggermente sfalsati.

Figura 168 – Rara moneta da 50 lire 1978 con frammento di conio superiore trattenuto