10 LIRE

10 LIRE ULIVO

1) 10 lire 1947 data grande e piccola

Delle 10 lire 1947 esistono due versioni che presentano delle differenze sia al dritto che al rovescio. In particolare sono facilmente distinguibili da alcune piccole differenze al dritto. La conformazione dei caratteri della legenda “REPVBBLICA ITALIANA” è diversa, ed in particolare la lettera “T” di ITALIANA, e la disposizione dei caratteri della firma degli incisori è differente. Al rovescio si possono distinguere per la grandezza della data. Qui sotto a sinistra è riportata la versione più rara “data grande”, mentre a destra la versione “data piccola”. La versione delle impronte “data grande” sarà poi quella utilizzata per coniare le monete del 1948, 1949 e 1950.

10 LIRE SPIGHE

1) Le tre versioni del rovescio

Il rovescio delle 10 lire presenta (almeno) tre diverse versioni che si sono succedute nel corso degli anni e che derivano dal rifacimento del materiale creatore in tre momenti diversi.

La prima versione di rovescio – che possiamo chiamare “Ariste corte – I° Tipo” – si riscontra nelle monete da 10 lire coniate dal 1951 al 1953. Si riconosce per il fatto che dentro lo “0” del valore sono presenti tre punte di ariste;

La seconda versione di rovescio – che possiamo chiamare “Ariste corte – II° Tipo” – si riscontra nelle monete da 10 lire coniate dal 1953 al 1998. Si riconosce per il fatto che dentro lo “0” del valore sono presenti quattro punte di ariste (la punta aggiuntiva è leggermente evanescente);

La terza versione di rovescio – che possiamo chiamare “Ariste lunghe” oppure “Spighe lunghe” – si riscontra nelle monete da 10 lire coniate dal 1996 al 2001. Si riconosce per il fatto che la punta dell’arista che attraversa la testa della cifra “1” del valore è più lunga e anche le punte della spiga a destra risultano più lunghe.

Al riguardo, è interessante notare che tutte e tre le versioni del rovescio presentano dei difetti di produzione più o meno accentuati. Questi difetti derivano da piccoli ritocchi manuali effettuati dall’incisore oppure da sdoppiamenti originatesi durante il procedimento di punzonatura a freddo e gli stessi possono costituire degli utili “marcatori” per valutare l’originalità delle monete che li presentano.

Nella foto che segue sono evidenziati alcuni di questi difetti che si possono riscontrare nelle prime due versioni del rovescio. La comunanza di questi difetti fa pensare che gli stessi erano già presenti nel punzone tipo.

Nel dettaglio 1 e 5 si può notare come l’incisore abbia manualmente ritoccato la parte terminale di alcune ariste che probabilmente erano risultate evanescenti rispetto al modello. Lo stesso fenomeno si può notare nel dettaglio 3, dove si può vedere come la punta dell’arista che attraversa la testa della cifra “1” del valore non sia stata correttamente trasferita (si possono notare solo alcune tracce) e come l’incisore sia intervenuto “ripiegando” il terminale dell’arista contro la testa della cifra “1” del valore.

Ciò premesso, sulla base delle analisi e dei ritrovamenti accertati fino ad oggi, le varianti del rovescio delle 10 lire sono:

  • 10 lire 1953 con rovescio “Ariste corte – II° tipo”;
  • 10 lire 1954 con rovescio “Ariste corte – I° tipo”;
  • 10 lire 1996 con rovescio “Spighe lunghe”;
  • 10 lire 1997 con rovescio “Spighe lunghe”;
  • 10 lire 1998 con rovescio “Spighe lunghe”.

Nella foto successiva sono evidenziati alcuni dettagli che differenziano il rovescio della 10 lire 1953 “Ariste corte – I° tipo” (prima versione) dal rovescio della variante 10 lire 1953 “Ariste corte – II° tipo” (seconda versione). Da prime statistiche pare che i due rovesci della 10 lire 1953 abbiano lo stesso grado di reperibilità.

Da ultimo, va osservato che anche il rovescio “Spighe lunghe” presenta dei difetti originatesi nel processo di produzione del materiale creatore. In particolare, si possono notare anche in questo caso dei ritocchi manuali da parte dell’incisore, ma anche una forma particolare di sdoppiamento del punzone riproduttore. Questo sdoppiamento si nota in particolare nell’arista che attraversa la testa della cifra “1” del valore, ma soprattutto sulla lettera “R” della firma dell’incisore “ROMAGNOLI” che presenta tre “gambette” (cfr. immagine qui sotto).

Questa forma di sdoppiamento è stata oggetto di un approfondimento pubblicato sulla rivista statunitense Coin World del 27 Luglio 2020. L’articolo è scaricabile QUI.