Quando uno sfrido diventa moneta…

Autore: Cosimo Manisi

Nel tentativo di rendere più economica la coniazione delle monete da 5oo lire bimetalliche si pensò di recuperare la parte centrale dell’anello esterno, eliminata come scarto di lavorazione, per la fabbricazione di monete di taglio inferiore. Questa filosofia ispirò l’emissione delle monete di diametro inferiore da 50 e 100 lire (cfr. Nicola Ielpo, La fabbrica del denaro).

Come dimostrato successivamente attraverso delle indagini, il Ministero del Tesoro avrebbe pagato a prezzo pieno il prodotto della lavorazione dei citati tondelli (cfr. Domenico Luppino, Stato e collezionismo indagine sulla numismatica).

Nel 1990 ci fù l’emissione delle 50 lire III° conio e delle 100 lire II° conio.

Molte persone leggendo i testi si sono posti una domanda, quali monete sono state fatte con lo scarto delle 500 lire bimetalliche? La 50 lire o la 100 lire mignon oppure entrambe?

La sensazione era che solo le 50 lire fossero state ricavate dallo scarto delle 500 lire, il problema era dimostrarlo e fornire le prove tecniche.

Elemento fondamentale per ricavare lo scarto (tondello) è lo studio della rastremazione, esaminando anelli esterni con dentini o linguette.

Cos’è la rastremazione?

La rastremazione è la riduzione di sezione che subisce l’anello esterno, al fine di alloggiare il tondello o disco interno in bronzital, avviene per schiacciamento da entrambi i lati. L’area di rastremazione si trasferisce in parte sul piano di alloggiamento e in parte sul dentino o linguetta.

Questo calcolo si basa su quote prese in scala dal brevetto Fig.1 e dagli anelli esterni non coniati provenienti dai cofanetti emessi dalla Nuova Sias oltre a tondelli coniati del 1982 smontati al fine di rilevare quote non riportate nel brevetto.

Nella seguente foto si può apprezzare un anello esterno non assemblato di proprietà di Giacosa Pablo, dove viene evidenziata l’area di rastremazione e l’anello esterno con otto dentini a 45° che sporgono integralmente verso l’interno in una direzione radiale.

Di seguito si riporta la vista in sezione dell’area di ratremazione con le quote.

Conclusioni

Da queste quote, si può agevolmente dimostrare che dall’anello esterno delle 500 lire è stato ricavato il solo tondello da 50 lire III° conio, il cui diametro prima dell’orlettatura era 17 mm, mentre dopo essere stato orlettato diventa 16,3/16,4 mm (media dei tondelli non coniati orlettati). Il 100 lire II° conio tondello non coniato orlettato ha un diametro di 18 mm, quindi superiore a 17,1 mm come evidenziato sopra (vista in sezione area di rastremazione), di conseguenza prima dell’orlettatura presentava un diametro superiore a 18.

Si riporta qui di seguito l’immagine di un anello esterno delle 500 lire rastremato ma non assemblato, con inserito all’interno del foro un tondello delle 50 lire III° conio; la sovrapposizione è perfetta!

Inoltre, questi tondelli, sfridi o scarti di produzione sono stati utilizzati già nel 1989 per coniare un progetto di monetazione illecita il 50 lire II° tipo con data 1984 con peso e diametro uguali al 50 lire III° conio. Detto progetto non può essere considerata moneta perché è assente qualsiasi tipo di documentazione che ne autorizzasse la coniazione.

Per chi fosse interessato alla dimostrazione tecnica completa può scaricare lo studio di Cosimo Manisi qui di seguito